È proprio così, le città francesi di medie dimensioni stanno superando le grandi città, che esprimono prezzi immobiliari elevati.
Cambia vita cambiando città! Diversi francesi lo hanno già fatto nel primo lockdown causato dal Covid-19. Principalmente per godere di una qualità di vita migliore a parità di reddito. E questo sogno per alcuni si è concretizzato nell’acquisto di una casa più grande (una camera in più, un giardino, una terrazza o un balcone ecc.) a pochi chilometri dalla vecchia casa. Ma anche quando non comprano, sono molti i francesi che sul web cercano le città in cui è bello vivere.
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Mulhouse, Aix-en-Provence e Lille
Secondo le classifiche di Meilleurtaux, broker di credito immobiliare, e Meteojob, sito di ricerca di lavoro, riportate da Le Figaro, Mulhouse, Aix-en-Provence e Lille sono le tre città (tra le 30 più popolose) in cui è bello trasferirsi per acquistare una casa accessibile, ma anche per trovare lavoro. Nello stilare la classifica, sono stati calcolati i posti di lavoro a tempo indeterminato rispetto al numero di abitanti e al potere d’acquisto immobiliare (in pratica, la superficie che può essere acquistata con un mutuo di 200.000 euro in 20 anni e in base allo stipendio medio della città).
Le grandi città francesi ne escono sconfitte. Solo due tra le dieci città francesi più popolose figurano infatti nella top 10. Si tratta di Lille (3a) e Strasburgo (10a), che stanno andando bene grazie ad un mercato del lavoro dinamico (rispettivamente 1 e 0,8 posti di lavoro a tempo indeterminato ogni 100 abitanti) e a un sistema universitario di alto profilo che attira un gran numero di studenti. Tuttavia, queste due città, come quasi tutte le altri grandi città, hanno un basso potere d’acquisto immobiliare (circa 40 mq). Questo dipende dai prezzi elevati. Si parla infatti di 3.500 e 3.660€/mq, a fronte di un prezzo medio nazionale di circa 2.700€/mq.
Il meccanismo non può essere invertito: più una città è attraente, più i prezzi degli immobili aumentano e il potere d’acquisto diminuisce. Questo spiega la scarsa performance delle grandi città d’Oltralpe: 18° Lione, 20° Bordeaux, 28° Parigi, 29° Nizza e Marsiglia l’ultima. Ciò conferma, tra l’altro, che il bacino del Mediterraneo non è necessariamente il “parco giochi” ideale per chi vuole unire casa e lavoro. Un mercato che, in termini di occupazione, sta saturando e, di conseguenza, registra prezzi immobiliari che, a seconda della città, si avvicinano a quelli della Capitale.
Prezzi bassi, alto potere di acquisto (e viceversa)
Al contrario, quando il mercato del lavoro è meno dinamico, più bassi sono i prezzi e più alto è il potere d’acquisto. Questo spiega perché una città come Saint-Étienne è ben posizionata in classifica (5°) nonostante offra solo 0,38 posti di lavoro a tempo indeterminato ogni 100 abitanti. Lo stesso vale per Aix-en-Provence (2a), nonostante la sua reputazione di città costosa (4145 €/mq) che, grazie al collegamento con l’Alta Velocità del TGV (solo 3 ore da Parigi), sta attirando sempre più forza lavoro e, anche per questo, registra prezzi al metro quadro in crescita.
Anche le altre 8 città nella top 10 hanno un buon rapporto “immobiliare/occupazione”. È il caso di Mulhouse (0,84 posti di lavoro a tempo indeterminato ogni 100 abitanti e un potere d’acquisto immobiliare di 85 mq), ma anche di Rouen (0,65 posti di lavoro permanenti ogni 100 abitanti e 62 mq), Orléans (0,66% e 57 mq) e Metz (0,69% e 52 mq). In particolare, Rouen gode della vicinanza con Parigi, grazie al collegamento diretto del servizio ferroviario.
La recente ascesa di Parigi tra le prime tre città con il costo della vita più caro al mondo, insieme a Hong Kong e Zurigo, secondo uno studio de L’Economist lascia pensare che le città medie saranno sempre più attrattive per i francesi.