Uffici e ambienti di lavoro post Covid-19: Cambiamenti in arrivo
Uffici e ambienti di lavoro post Covid-19

Se da un lato la pandemia ha messo a rischio il futuro degli ambienti di lavoro per come li conosciamo, è altrettanto vero che gli uffici post Covid-19 presentano opportunità senza precedenti. Il ridimensionamento della nostra società è stata l’occasione per ridisegnare gli spazi in cui lavoriamo, colmandone svariate lacune. Naturalmente è necessario che uffici e co-working funzionino diversamente da quelli che oggi conosciamo e utilizziamo.
Il perno intorno a cui ruoterà la rivoluzione dello spazio del lavoro, oltre alle regole igieniche ormai entrate di diritto nella quotidianità, sarà senz’altro l’equilibrio tra lavoro in presenza e smart working. Spazi ampi, meno uffici singoli e ambienti open space, con una flessibilità regolamentata e controllata. Difficilmente ci ritroveremo in una società distopica come quella di Brabdury, grazie principalmente all’arrivo del vaccino, ma il quesito sugli uffici post Covid-19 resta più attuale che mai.

Uffici post Covid-19 e Smart Working: un equilibrio possibile?

Il lavoro da remoto – definito anche smart working ma anche, più impropriamente, lavoro agile, implementato da diverse aziende ancor prima del Covid-19 e subentrato per una fetta consistente di popolazione dopo il suo avvento – presenta aspetti positivi e negativi. Un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, meno tempo sprecato in spostamenti sono certamente tra i vantaggi da elencare per i dipendenti. Minori consumi e spazi da locare meno spaziosi quelli da annoverare per le aziende.

L’altra faccia della medaglia, soprattutto per chi ha famiglie numerose o figli piccoli, è la scarsa concentrazione e spazi o strumentazione inadeguati. Per non parlare dei nuovi assunti, che si ritrovano in un mondo nuovo, spesso senza mai nemmeno aver visto o conosciuto i propri colleghi. L’aspetto umano, spesso trascurato, resta tra le cose che incidono con maggiore forza sulle valutazioni di questo periodo.

L’Huffington Post ha elencato una serie di CEO che sono pronti a mantenere un modello ibrido di ufficio post Covid per sempre, tra cui il Collaboration Leader di Cisco Italia, Enrico Miolo, o la stessa Google. Altri, come l’Amministratore Delegato di Goldman Sachs, David Solomon, la definiscono “un’aberrazione che correggeremo al più presto”. Il CEO di Cisco, Chuck Robbins, pensa che i suoi dipendenti “non vedano l’ora di tornare in ufficio”. Ma allora, perché società come Twitter arrivano a proporre ai loro dipendenti il lavoro da casa “per sempre”?

Un’asset class da ridimensionare

Se le grandi aziende hanno dovuto ridimensionare in tempi brevi e senza alcun preavviso il proprio modo di lavorare e gestire gli spazi, anche i co-working sono stati duramente colpiti. Come riportato da Forbes, WeWork – una delle società di co-working più grande al mondo – ha registrato un trimestre disastroso alla fine del 2020, con un negativo di oltre 1,7 miliardi di dollari. Ha venduto i propri asset in Cina ed è pronta a rivoluzionare il proprio modello di business in maniera radicale. Comprensibile, dal momento che da febbraio a novembre 2020 il tasso di occupazione di spazi di co-working è precipitato del 27%.

Il nuovo modello di ufficio e spazi di co-working

La flessibilità mentale e fisica, che è il vero obiettivo che le aziende dovrebbero prefiggersi, passerà anche da un modello diverso di progettare lo spazio di lavoro. Prima di tutto l’attenzione ai luoghi di assembramento – hall e ingressi, aree relax e macchinette del caffè, ascensori e sale riunioni. Meno uffici singoli e cubicoli assegnati, ma distanziamento e open space dove ognuno può prenotare la propria postazione prima di arrivare. Ingressi contingentati, con un numero massimo di lavoratori in presenza al giorno.
Sono stati tanti gli architetti e i designer che si sono fatti avanti con una propria visione dell’ambiente lavorativo post Covid-19. Tra i più interessanti c’è certamente quello di Woods Bagot nel suo progetto “Working from home, Working for work” ha proposto quattro modelli tipo: Culture Club, In and Out, Community nodes e Collective.