Negli ultimi mesi si è tanto sentito parlare del PNRR, acronimo che individua il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il programma di investimenti che l’Italia, in ambito europeo e nel contesto delle misure economiche individuate come risposta alla crisi economica da pandemia da Covid 19, sta attuando oggi.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il PNRR è un insieme di misure strutturato in sei missioni, a loro volta suddivise in componenti, per un totale di oltre 190 miliardi di euro di investimenti a livello italiano, in ambiti che spaziano dalla pubblica amministrazione, alla giustizia, ma in particolare alla promozione della digitalizzazione e della transizione ecologica.
Esso si pone nel contesto del Next Generation EU (NEU – anche detto Recovery Fund), che altro non è che il piano da 750 miliardi di euro messo a punto dalla Commissione Europea per supportare gli Stati Membri nella ripresa post-pandemica.
Di questo piano fanno parte due strumenti: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU).
Il PNRR (Piano di Ripresa e Resilienza) non è altro che il documento richiesto dalla Commissione Europea a ciascuno degli Stati Membri per accedere ai fondi del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF).
Sono tre gli assi strategici su cui si erge il Next Generation EU, ovvero transizione digitale e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale e riequilibrio territoriale. Più nello specifico, entro il 2026 e nel rispetto dei tre campi di intervento, il Governo intende:
- Accelerare il processo di innovazione e digitalizzazione sia a livello pubblico che privato
- Ridurre le emissioni nocive per prevenire e contrastare il dissesto territoriale
- Favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, l’occupazione (soprattutto giovanile) e l’imprenditorialità femminile, migliorare la coesione territoriale contrastando le discriminazioni di genere
Delle sei missioni, la Missione 1, ed in particolare la “M1C3 – Turismo e cultura 4.0”, prevede investimenti per 6,68 miliardi, destinati tra gli altri a “Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”.
Il PNRR e gli impatti sul mondo delle costruzioni
Nel contesto delle industrie trainanti, l’edilizia e il settore delle costruzioni sono storicamente trainanti per l’economia di un Paese, come anche in Italia. Dall’altra, il patrimonio costruito costituisce una delle fonti di inquinamento maggiori, insieme ai mezzi di trasporto ed agli stabilimenti industriali: i consumi degli edifici contribuiscono per circa un terzo del totale delle emissioni di gas serra a livello globale.
L’innovazione nel mondo delle costruzioni, dell’edilizia e dell’impiantistica ad essa collegata, gioca quindi un ruolo cruciale per il raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR, nello specifico quello di riduzioni delle emissioni nocive.
Nell’ambito delle misure del piano si stima quindi che la spesa per investimenti nell’ambito delle costruzioni e dell’edilizia rappresenterà oltre il 30% delle risorse totali messe a disposizione dal PNRR, la quota più elevata, tanto da poter affermare che l’industria delle costruzioni sarà quella che, su tutte le sei missioni del piano, sarà destinataria di tutte le misure riconducibili alle sei missioni.
Le misure messe a disposizione del PNRR per il mondo delle costruzioni e dell’edilizia.
Entrando nel dettaglio, il PNRR prevede infatti specifici investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici. Nel primo ambito della “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, ad esempio, si prevede l’efficientamento di edifici pubblici come i cinema, i teatri ed i musei; nel secondo ambito, ovvero quello della cosiddetta “rivoluzione verde e transizione ecologica”, la riqualificazione energetica degli edifici sarà destinataria di oltre 11 miliardi di Euro, suddivisi tra sostituzione e riqualificazione di edifici scolastici, efficientamento di edifici giudiziari e infine misure di sostentamento dell’edilizia civile, tramite strumenti come l’ecobonus 110%, il sismabonus, ecc.
Anche nell’ambito dell’istruzione e della ricerca si prevedono consistenti investimenti: tra questi quelli dedicati al potenziamento delle infrastrutture per lo sport e la scuola, per la realizzazione di alloggi per studenti, per l’inclusione e coesione sociale, e in generale tutti gli strumenti che si pongono come obiettivo la rigenerazione urbana, mediante la realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e la riqualificazione di quelle esistenti.