L’aumento della popolazione anziana e la crescente spesa sanitaria sono entrambi fattori chiave della domanda per i servizi sanitari e gli immobili sanitari, comprese le strutture di assistenza residenziale a lungo termine.
La crescente complessità nella diagnosi delle malattie e delle loro cure, unita a fattori di rischio sempre più diffusi tra la popolazione, ha ampliato lo spettro delle terapie e, in ultima istanza, delle modalità di trattamento delle stesse, così ampliando anche la necessità di spazi sempre più diversificati.
La popolazione anziana: fotografia dello stato di salute e dei servizi
In Europa sono circa 96 milioni le persone anziane, individuate nella fascia di età superiore ai 65 anni, pari a circa il 19% della popolazione in media.
Nella classifica dei paesi europei con la maggior percentuale di popolazione anziana, l’Italia svetta con circa il 21,7% della popolazione, seguito da Germania e Grecia; per contro, il paese “più giovane” è l’Irlanda.
Uno studio dell’Istat – Istituto Nazionale di Statistica -, che ha preso in analisi la popolazione anziana, ha fornito una fotografia interessante dello stato di salute di questa fascia di popolazione.
Il primo aspetto positivo è che, nel complesso, i vari indicatori evidenziano una “compressione della morbilità o disabilità”, ovvero l’età in media in cui insorgono le prime malattie croniche si è via via innalzata.
In media in Italia il 34% della popolazione anziana soffre di gravi malattie croniche (cardio-circolatorie, respiratorie, ma anche fisico-motorie e psichiche come demenza e depressione), ed in particolare il 44,3% ne presenta almeno tre. Queste percentuali si innalzano nella fascia di età 75-84 anni, la cui popolazione presenta, per circa la metà, gravi malattie croniche.
In questo quadro della popolazione anziana, è significativo che Istat rilevi come il 44% di quella con gravi difficoltà dichiari di non avere adeguati ausili e/o assistenza, sotto la media dei paesi UE 22.
La cura delle malattie croniche ed evolutive in fase terminale
Nel contesto dei trattamenti sanitari, sta assumendo sempre maggior rilevanza l’ambito dei trattamenti delle malattie croniche ed evolutive in fase terminale, ivi comprese le attività a supporto non specificatamente sanitarie: le cure palliative. Le cure palliative sono state definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di un’identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica, psicologica, sociale e spirituale”.
In Italia, la legge n. 38 del 15/3/2010 identifica le Reti Regionali e le Reti Locali di cure palliative quali strumenti fondamentali per garantire l’accesso a cure palliative di qualità attraverso forme di integrazione tra i soggetti coinvolti nel percorso di cura.
Caratteristiche dell’hospice
Oggi tali cure sono disponibili sia a domicilio che in ospedale e, in ultimo, nelle strutture denominate “hospice”.
L’Hospice è il luogo deputato alle cure palliative e a interventi di varia natura miranti al sollievo del malato, in quella fase in cui la malattia non risponde più alle cure specifiche e l’ospedale non può farsene carico pur essendo necessaria una assistenza continuativa in regime istituzionale.
Si tratta quindi di un luogo, con caratteristiche di residenzialità temporanea sia per il paziente che per la sua famiglia / assistente-caregiver, dove diverse figure professionali offrono servizi medico – assistenziali, accompagnati da prestazioni di sostegno psicologico, di accompagnamento spirituale, di contenimento della riduzione funzionale, di benessere globale. L’Hospice articola i suoi servizi attraverso una equipe multidisciplinare che cerca di assicurare la miglior qualità di vita al malato, assicurando l’assistenza medica e infermieristica e la presenza di operatori tecnici dell’assistenza sette giorni su sette, sulle 24 ore, che dispongono di protocolli formalizzati.
L’offerta di servizi di hospice in Italia
A tutto il 2021, sono state censite sul territorio nazionale circa 300 strutture, private e pubbliche, che erogano le cure palliative in hospice, per un totale di circa 3.400 posti letto.
In particolare, in Lombardia, a fronte di una domanda di cure palliative domiciliari o residenziali di circa 27.000 pazienti oncologici e 23.000 pazienti non oncologici, sono disponibili 72 strutture hospice per un totale di 850 posti letto circa. Pur sottodimensionata rispetto alla domanda, questa offerta di strutture è comunque la maggiore tra le regioni italiane: ad oggi, infatti, prevale la formula di prestazioni offerte a domicilio o in ambulatorio.
Le strutture di hospice non hanno necessariamente grandi dimensioni, come quelle delle strutture ospedaliere; spesso tali strutture sono ospitate in complessi immobiliari di piccole dimensioni, con un numero limitato di camere spesso inferiore a 20, e spazi destinati alle terapie.
A volte sono integrate in strutture sociosanitarie che offrono ulteriori servizi, come le lungodegenze e i servizi di terapie psico-fisiche.
Sono spesso vicine alle maggiori zone urbane, dove siano velocemente raggiungibili le strutture ospedaliere, ma al contempo inseriti in contesti gradevoli e tranquilli.